L’aiuto della Morte

Era malferma e tremante, così la rassicurò
stringendola nel suo giubbotto strappato, fra le
lacrime che le rigavano il viso e le incendiavano le
ferite.
L’aveva incrociata lungo il ponte, sopra il fiume,
che ora aveva sempre più un’aria sinistra, tra i
sassi viscidi, le piccole cascate e i mulinelli.
D’un tratto un lampo d’odio brillò da dietro i suoi
occhiali, la prese di peso e la gettò di sotto.

TuMiTurbi

Una veste di bianchi e soffici petali di rosa, la
ricopriva nella mia mente.
Si muoveva e sembrava un angelo librato in volo,
sorrideva e le sue risa erano l’unica musica che le
mie orecchie avrebbero voluto sentire da qui
all’eternità.
I suoi occhi erano il valico che portava i miei
sospiri al suo cuore.
Seguendola da lontano, speravo che le sue labbra
tumide, si sarebbero presto posate su di me.

Tutti i tulipani della mia vita

Era bianco come la neve, puro come il mio amore
appena nato per te, quel tulipano che mi avevi
infilato fra i capelli dopo averlo colto per me.
Il secondo che mi regalasti era giallo, intenso
come i cedri maturati al sole.
L’altro, rosso, lo vidi mentre l’ultimo anelito di
vita mi abbandonava e tu, con gli occhi gonfi, me
lo posasti sul petto come uno stetoscopio, per
cercare di farmi ridere ancora.

I miei occhi son ali

Quegli occhi erano l’unico mezzo che madre
natura le aveva dato per sopravvivere.
Uno sguardo blu intenso, ampio, soffice, polveroso
e un po’ strabico, che le permetteva di incutere
timore in chi, più grande di lei, l’avrebbe voluta
per sé.
Non era altro però, che un piccolo sotterfugio.
Tutto meravigliosamente finto, effimero e fugace,
proprio come il battito delle sue ali.