O.O.B.E. il più bel viaggio di Mia

Stava cercando se stessa Mia, dopo aver fatto tanta
indigestione di civiltà, che altro non era che
ignoranza e ferocia.
La sorte l’aveva portata dal maestro Zao. Lui le
chiese di chiudere gli occhi, le impose la mani e lei
volò.
Ora sentiva odore di incenso e muschio, l’umidità
dell’aria e il gocciolare delle condense.
Aveva capito.
Aprì gli occhi e lì, di fronte stagliata, la Rupe dei
mille Buddha.

Il colore dello sconcerto

Le passò accanto come uno qualunque, ad un tratto
piroettò su se stesso con uno scatto repentino!
Sfilò da un fustino che aveva sottobraccio, una
gerbera rosa, e con un inchino strampalato e
malfermo, gliela puntò sotto il naso.
Poi senza dir nulla, alzò lentamente gli occhi neri,
grandi ed acquosi.
Un sorriso immenso gli incorniciò il viso mentre
diceva:”Un fiorellino dal vostro Clown
Clandestino!”.

La croce di fuoco KKK

1924, Indiana.
Si erano allontanati dalle rispettive famiglie dopo
cena. Radunati come al solito nel seminterrato
della casa di William, si prepararono per la
spedizione.
Bardati di tutto punto uscirono muti e in fila
indiana, diretti verso il gruppo di tuguri.
La croce di legno crepitava. Nell’aria i mantra
della Legione Nera e il bagliore del fuoco che si
rifletteva negli occhi impauriti di Amice.

Il “Maestro del Pendolo Sidereo”

Non parlava molto, era uomo d’altri tempi,
appassionato di umanità, stelle e misteri.
Nessuno sapeva con precisione dove avesse
appreso quell’arte così affascinante (chi diceva da
un vecchio guru indiano, chi da un medico
diventato pazzo).
Dopo un pranzo succulento si fece portare una
cartina. Un rivolo di fumo salì veloce dalla sua
sigaretta.
Il pendolo si fermò lì! Il prigioniero era a Ponza.