Guscio rotto (la luce può entrare solo così)

Non so nulla del mio futuro, sono però certa che ci
sarà un autunno fatto di foglie gialle, arancio e
rosse, di ceste di vimini intrecciate a lume di
candela, di sapore di pane raffermo ammollato e
ben oliato, di tepore delle prime braci, di profumo
di vino e castagne.
Io sono una foglia e come le altre cadrò (non a
caso) secondo il piano per me stabilito, dopo che
avrò degustato tutti questi piaceri della vita, ma
anche patito le sue inevitabili disarmonie.
Perché il buono si apprezza solo rendendosi conto
e capendo a fondo il malamente.

Non ti fidar della “Donna nera”

Le aveva riempito un cono di carta paglia con le
patate fritte bollenti, tagliate a sigaretta!
Godeva nel vederla mangiare.
Aveva passato i mesi precedenti a coltivare quel
tubero con tutto l’amore possibile, in un substrato
di terra soffice e lauta polvere di arsenico.
Sì, arsenico, che l’avrebbe prima sfibrata e poi
uccisa.
Aveva dalla sua tutto il tempo, la pazienza e le
stuzzicanti patate viola.

La ballata del Clostridium tetani

Quel pomeriggio in riva al mare col pugno pieno
di sabbia disegnò una semicroma; così elegante,
gentile, adagiata sulla sua chiave di violino!
Mugugnava un motivo dai sapori lontani, mentre
la sabbia scendeva e la brezza le lambiva i capelli.
Non avrebbe mai immaginato quella sorte.
Nascosta tra la sabbia, l’asta di un pallet con un
chiodo arrugginito le bucò un piede.
Morì di spasmi al ritmo di 7/8.

Grotte di Sicilia

Dai miei occhi iniziava a filtrare la luce. Mi
avevano colpito e poi sedato. Sentivo solo il
crepitio di un fuoco e il puzzo d’umido misto a
quello del mio sangue, che nonostante la
fasciatura, colava ancora dal mio mignolo,
amputato con delle tenaglie.
Rapito.
Sfinito cercavo di scorgere un movimento.
Niente.
Solo una grossa svastica sul soffitto, beffardo
emblema sanscrito di buon auspicio.