Lavorava duro nelle viscere della miniera, senza
mai vedere la luce.
Gli occhi rossi, le mani nere e i polmoni pieni di
polvere.
Guardava nel vuoto e sognava di poter rivedere
presto la moglie e il figlio tanto amati, magari
arrivare a bordo del dirigibile blu visto su un
giornaletto all’ufficio del telegrafo.
Non sapeva che il piccolo era sempre con lui, dopo
essere volato giù dal tetto del granaio.
Fuga di un Custode
Uscito dall’angolo correndo, la urtò.
Tutti i bozzetti si sparsero sui sampietrini bagnati.
Che disastro! Mesi di lavoro andati in fumo, anzi
in acqua. Lo avrebbe strozzato!
Lui affannato e desolato le porse quell’ormai
ammasso di cartacce.
Lei gliele strappò dalle mani senza nemmeno un
grazie
Strano, c’erano delle piume in mezzo, tutt’intorno
un buon profumo di pesche e di lui più nessuna
traccia.
Tutti i bozzetti si sparsero sui sampietrini bagnati.
Che disastro! Mesi di lavoro andati in fumo, anzi
in acqua. Lo avrebbe strozzato!
Lui affannato e desolato le porse quell’ormai
ammasso di cartacce.
Lei gliele strappò dalle mani senza nemmeno un
grazie
Strano, c’erano delle piume in mezzo, tutt’intorno
un buon profumo di pesche e di lui più nessuna
traccia.
Il nostro interminabile autunno
Mi sedette accanto e mentre i miei occhi erano
persi mi disse:”Un ducato d’argento per i tuoi
pensieri d’oro”.
“Sto pensando che l’adesso è un inganno creato
per farci capire che il tempo passa, anche se non ce
ne rendiamo troppo conto!
Guarda quei filari laggiù, sembrano sempre uguali
eppure i pampini prima cercavano di celare agli
occhi l’uva e ora iniziano a sfumare verso il giallo
e il rosso”.
persi mi disse:”Un ducato d’argento per i tuoi
pensieri d’oro”.
“Sto pensando che l’adesso è un inganno creato
per farci capire che il tempo passa, anche se non ce
ne rendiamo troppo conto!
Guarda quei filari laggiù, sembrano sempre uguali
eppure i pampini prima cercavano di celare agli
occhi l’uva e ora iniziano a sfumare verso il giallo
e il rosso”.
Per un pizzico di vaniglia
Ore 7:30, Riunione, isole Mascarene.
La porta dell’ambulatorio si aprì sbattendo e la
piccola stanza tremò.
Fu portata dentro in tutta fretta una donna. Pallida
non parlava, tremava, aveva le pupille dilatate e
guardava nel vuoto.
Il medico le tolse lo straccio con cui l’avevano
fasciata alla meno peggio.
Cielo!
L’orchidea dimenandosi, le si era insinuata sotto il
palmo della mano destra.
Era viva!
La porta dell’ambulatorio si aprì sbattendo e la
piccola stanza tremò.
Fu portata dentro in tutta fretta una donna. Pallida
non parlava, tremava, aveva le pupille dilatate e
guardava nel vuoto.
Il medico le tolse lo straccio con cui l’avevano
fasciata alla meno peggio.
Cielo!
L’orchidea dimenandosi, le si era insinuata sotto il
palmo della mano destra.
Era viva!
Terrore mongolo
Un segnale di fumo sulla collina, poi il cupo suono
del corno risuonò per tutta la vallata.
Il gonfalone con l’astore nero era immobile.
Gli occhi a mandorla, chiari e inumani, freddi e
calcolatori, non lasciavano trapelare alcuna paura.
Era di gelo!
Alzò la scimitarra, la sua lama balenò da lontano e
per un attimo mi accecò.
Un urlo agghiacciante lasciò tutti di sale.
Pregammo di morire subito.
del corno risuonò per tutta la vallata.
Il gonfalone con l’astore nero era immobile.
Gli occhi a mandorla, chiari e inumani, freddi e
calcolatori, non lasciavano trapelare alcuna paura.
Era di gelo!
Alzò la scimitarra, la sua lama balenò da lontano e
per un attimo mi accecò.
Un urlo agghiacciante lasciò tutti di sale.
Pregammo di morire subito.
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