Colletto di piume

Il sole tagliò le nubi.
I bambini ripresero a rincorrersi, i
mercanti a urlare, i carrettieri a strigliare
il bestiame, mentre il giullare teneva
banco parlando di un miracolo.
Un servo si guadagnò l’esecuzione sulla
forca, reo di aver fatto morire il colombo
cappuccino del suo padrone.
Chiese di poterlo vedere ancora.
Il suo pianto era sincero e la bestia
bagnata dalle lacrime si ridestò e volò
via.

È un gioco da bambini

Suo fratello (che era “Creatore di 3°
livello) era in ritardo come sempre, così
Polinak, guardando la 5° luna del suo
pianeta, iniziò a giocare a “Io Plasmo”.
Oggi doveva creare un Tilacino.
Testa di cane, fauci di coccodrillo,
striature da tigre, coda e marsupio da
canguro.
Ora doveva stamparlo, soffiarci per
vivificarlo, appiccicarci un’aura e spedirlo
col tubo spazio-tempo su qualche bel
pianeta!

“Polvere” di stelle

Trafelata entrò in casa spogliandosi per il
corridoio.
Uscì dalla doccia, un grido, poi una
nuvola invase il bagno.
Tossì con fragore e pensò a quanto un
banale incidente potesse esserle fatale,
mentre cercava di recuperare quanto
rimasto del cofanetto di borotalco volato
per aria.
La polvere aveva formato delle macchie
disposte a V sul pavimento. Sembravano
le stelline della Chioma di Berenice.

Oranda

I suoi occhi erano lanterne dietro il vetro
della teca.
Guardava, pensava.
Quegli esseri erano improbabili: per
vivere dovevano stare immersi lì dove lei
sarebbe morta e per passare il tempo non
facevano altro che ciucciare e sputare in
modo maniacale tutti i sassi che
trovavano.
Era venerdì, si affacciò di nuovo, li vide
fare il morto a galla e sentì suo padre dire
che era tutta colpa del nitrito.

Quasi come Re Mida

Teneva quei fili ambrati nascosti in un
vecchio barattolo di solvente, nel ripiano
più alto delle dispensa.
Era indaffarato tra i vapori e le vampe
che salivano dalla vecchia stufa, sotto gli
occhi vigili di chi lo doveva giudicare.
Piangendo affettava, poi tostava, sfumava
e lasciava piano piano restringere.
Porse un piatto d’oro e dimostrò di essere
degno di entrare a far parte della
confraternita.