Speranza e la stella Verde

Mi svegliai di soprassalto, stretta nel maglioncino
blu. L’auto aveva incontrato una serie di buche e
io avevo sbattuto la testa nello sportello.
Mi stropicciai gli occhi, non era tardi, ma il buio
della notte inghiottisce presto le giornate invernali
e i viaggi in macchina mi conciliavano sempre il
sonno.
Mi affacciai al finestrino, la strada di campagna
che mi riportava verso casa, non aveva lampioni. Il
cielo pareva una tazza di caffè nero, in cui le stelle
si gettavano come granelli di zucchero.
Tra le tante ne scorsi una verde. Che strano, una
così grande non ne avevo mai vista.
Un battito di ciglia e non c’era più, eppure ero
sveglia. Girai la testa ed eccola là.
Corrugando la fronte non capivo, ma una voce in
testa mi disse che non era l’ora e la stella verde
zigzagando si dileguò.

(Pubblicato su Pagina99 il 13/08/2014 con tema:"Stelle cadenti e altri fenomeni celesti")

Viaggio nel vento

Ho un ricordo in bianco e nero di un lontano
passato, in cui fui mandata in quella città, che mi
sembrò così lontana; di certo per cultura, per me
bimbetta di periferia.
Fu una scoperta, affacciata al finestrino della
scalcinata littorina mi sentivo il cuore in gola,
avvicinandomi a quella bizzarra signora.
Col suo profilo orbo e saccente, con quell’aria
stravagante ma mai volgare che solo i grandi artisti
hanno.
Una volta arrivata la vidi per quello che era,
un’immensa salita, così come lo è la vita, pensai!
I miei occhi stupiti di allora, oggi la guardano con
la cognizione di chi col tempo, ha imparato a
conoscerla.
Le si può solo rimproverare di essere un po’
lunatica. Spesso è facile vederla imbronciarsi tra
le nuvole e prendersela col vento che le scompiglia
la rossa chioma.
Urbin ventosa!



(Pubblicato su Pagina99 il 2/08/2014 con tema:"Avventurosa Rodi, ma è meglio Sin City")

Assolate domeniche di “infusione”

Gennaro seduto con me al Caffè Centrale 
come tutte le domeniche pomeriggio, 
stava ricaricando la sua cipolla 
tramite l’apposito ingranaggio.
Gli diedi una gomitata al passaggio 
della biondina che gli piaceva tanto, 
sempre seguita dalla pregiatissima mammà.
Mi guardò con gli occhi un poco torti 
e disse sospirando:”Sono infuso d’amore Pasqualì”.
Porgendogli il bicchiere dissi:”Si proprio fuso Gennà”.

Operazione mangrovia

Ci eravamo attivati da subito per rintracciare
la figlia del Prof. Nero, che scomparve
dal campo est 4 mesi prima.
Dopo tanto cercare a vuoto, 
trovammo delle tracce davanti una piccola cascata
di una decina di metri, dal cui salto nasceva 
un sottile arcobaleno.
La notte un’ombra mi passò accanto, 
feci per afferrarla, ma con una zampata 
mi rigettò a terra.
“Elena!?” gridai; un ringhio mi impietrì.