I suoi occhi erano lanterne dietro il vetro
della teca.
Guardava, pensava.
Quegli esseri erano improbabili: per
vivere dovevano stare immersi lì dove lei
sarebbe morta e per passare il tempo non
facevano altro che ciucciare e sputare in
modo maniacale tutti i sassi che
trovavano.
Era venerdì, si affacciò di nuovo, li vide
fare il morto a galla e sentì suo padre dire
che era tutta colpa del nitrito.
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