Una mattina come tante: io, me e lo specchio

Lunedì 6:45 – Inizia una nuova terrificante settimana.

Sbuffo via la frangia dalla fronte, con gli occhi a fessura e il naso arricciato. La mia bocca impastata biascica un cupo: - Buongiorno tesoro, sonno è?

- Lasciami stare, non sai che nei primi trenta minuti dopo essersi svegliati, bisogna fare come i gatti?! Ci si stira lentamente, ci si riprende e poi via.
Alzo il sopracciglio, con lo spazzolino conficcato in bocca e i jeans che trovano insormontabili “naticosità” da superare, farfuglio: - Sarebbe bello, ma anche sta mattina mi tocca correre. Poi la colazione la faccio a casa o salto?
- Che salti e salti?! Vai al bar sotto l’ufficio no. Non ricordi il dottore che t’ha detto?! Mangiare poco e spesso dovranno essere le tue parole d’ordine.
Rido, mi guardo e rido: - Sì, come no… col capo che mi sta sempre col fiato addosso, ho proprio il tempo di sbucciarmi la mela a mezza mattina, è roba che se mi vede me la fa ingoiare sana; proprio tu mi suggerisci ste cose, manco non lo conoscessi!

(Tema: Dialoghi - Max 1000 caratteri)

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