Trapasso

Un ragazzo strano. Così mi hanno sempre definito e a furia di sentirmelo dire c’ho pure creduto. Di sicuro sono sempre stato fuori dal coro.
Rimasto orfano troppo presto, sono cresciuto in fretta e ho vissuto di ciò che la mia testa pensa e le mie mani sanno fare.
La mia vita è tutta qui dentro, in questo vecchio mulino ad acqua, i miei erano mugnai.
Il fiume è mio amico, le piccole e grandi creature del boschetto qui vicino sono la mia compagnia più grande, ogni tanto viene anche qualcuno con qualche sacco di grano, c’è ancora chi sa da dove viene la farina!
Il mulino ormai è stanco, la sua ruota ha sempre girato senza mai fermarsi ed io dal ragazzo strano che ero, sono diventato un uomo schivo e poi un vecchio, vecchissimo pazzo.
Oggi mi sono svegliato come sempre presto, l’alba è meravigliosa in questo periodo. Gli uccelli cantano da un pezzo. Curiosamente non mi fanno più male le ginocchia e sono leggero.
Sento nell’aria l’odore di caffè e la voce calma di mia madre che mi chiama!


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