Marco viaggiava a bordo della sua auto a velocità sostenuta. Lo sguardo incollato alla strada la mano sinistra ben salda sul volante, la destra con l’indice teso a schiacciare i pulsanti della radio, alla ricerca di un canale decente.
L’aria del mattino era torbida come sempre, lo smog era ormai di casa e il traffico, nonostante l’orario, iniziava ad essere insopportabile.
Dopo la curva, girando a destra c’era una scorciatoia, ad essere fortunati si potevano risparmiare fino a 10 minuti, che occasione! Pensandoci gli venne da sorridere: “Non bastano i problemi con i colleghi al lavoro, devo iniziare a combattere già con gli automobilisti di buon’ora!”
“Per carità, tutti infondo abbiamo lo stesso obiettivo, ogni mattina partiamo il prima possibile per arrivare il meno tardi possibile, intubati a pensare ai cavolacci nostri fregandocene di quelli degli altri, tanto ognuno sente i suoi!” borbottò Marco alzando le spalle.
“Dai miseriaccia è verde! Giallo! Naaa” ancora il maledetto semaforo era diventato rosso, “ma che cavolo!”
Strizzò gli occhi pensando che lo stessero tradendo, ma no!
Tremante sulle zampe, infreddolito e spaventato, un gattino si stava dirigendo proprio in mezzo alla corsia opposta, sarebbe rimasto sicuramente schiacciato.
Si sentì tirare per la giacca, guardò di fianco a sé pensando di essere uscito di testa, guardò dallo specchietto il sedile posteriore, ma non vide nulla, nemmeno il suo riflesso.
Sconvolto, come un pazzo mise le quattro frecce, aprì lo sportello, afferrò la creatura che miagolò.
Il semaforo ora era di nuovo verde e le auto in fila dietro alla sua sembravano folli, con i clacson bloccati.
Cercò di accostare alla bell’e meglio, il gattino sulle ginocchia, l’affanno nel cuore.
Sbatté la nuca sul poggiatesta soffiando fragorosamente. Guardandosi ora allo specchietto vide i suoi occhi scuri pervasi d’amore, perché caritatevole non è chi getta una moneta in un cappello, ma chi tratta le altre creature per come vorrebbe essere trattato.
(Tema: Carità - Max 2000 caratteri)
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