Come fuori, così dentro

Da ragazzo ho iniziato ad avvertire una strana irrequietezza, difficile spiegarlo, ma sentivo di dover cercare qualcosa che mi mancava. Ho provato per anni una sensazione simile a quella che si prova guardando giù da un dirupo, un vuoto, una voragine, che pensavo un giorno mi avrebbe inghiottito.
Ho fatto mille viaggi, ho girato paesi ed incontrato gente, ma mai sono tornato arricchito, anzi mi sentivo sempre più vuoto e insofferente.
Io sempre solo, alla scoperta di posti selvaggi, col cipiglio di chi è pronto a fare la scoperta che gli cambierà la vita, perché finalmente tornerà avendola capita.
Ritorno ora dall’India e confesso di non aver ancora trovato la chiave di volta della mia esistenza. Appoggio lo zaino ed esco a prendere un po’ d’aria. Saluto Enzo che come ogni mattina passa col cane. Mi sorride e mi chiede com’era l’India, non male rispondo con l’aria stanca.
Col sorriso mi dice: “En c’è bsogn che vei tant distant per ste ben, bsogna sol che inizi a capì mei com sei dentra”.

Traduzione dell’ultima battuta nel caso non si capisse
“Non c’è bisogno che vai tanto lontano per stare bene, bisogna solo che inizi a capire meglio come sei (fatto) dentro”.

(Tema: La confessione - Max 1000 caratteri)